Il mercato è già cambiato e cambierà ancora. Chi non si adeguerà per tempo rischia di rimanere tagliato fuori dalle opportunità di business.
Non è solo questione di buone intenzioni e di virtuosismo (anche). Adeguare il business ai principi di sostenibilità apre la porta a evidenti vantaggi competitivi e possibilità di crescita per le imprese. A patto che il percorso sia autentico e profondo. In caso contrario, l’opportunità rischia di trasformarsi in un boomerang reputazionale con conseguenze ben concrete.
Il contesto: il nuovo spirito del tempo è sostenibile
L’accresciuta consapevolezza dei consumatori, l’interesse del mondo della finanza e le sempre più stringenti politiche nazionali e sovranazionali in tema di reportistica e processi sostenibili stanno obbligando il mondo delle imprese ad adottare sistemi di riduzione degli impatti ambientali e di monitoraggio degli aspetti socio-territoriali che vanno ben oltre gli obblighi di legge. Siamo nell’epoca della sostenibilità. Chi ancora resiste a questa evoluzione, aggrappandosi a un concetto di business votato al solo profitto e ormai superato, chi pensa che ci sarà tempo per cambiare in futuro, senza capire che il futuro è già ora, chi crede di poter aggirare e raggirare, sfruttando l’onda della sostenibilità a soli fini di marketing, è destinato a rimanere ai margini di questo cambiamento. Un cambiamento che trasformerà anche il modo di produrre, consumare, fare business. Impresa avvisata mezza salvata.
Sostenibilità e vantaggi competitivi vanno a braccetto
Partiamo da due aspetti molto concreti. Il primo riguarda le possibilità di risparmio. Adottando pratiche più sostenibili si possono infatti minimizzare gli scarti di produzione, migliorare la logistica, ottimizzare ed efficientare alcuni aspetti della produzione (ad esempio gli aspetti energetici), e così via, con una riduzione significativa dei costi a fine anno.
Dall’altro lato è possibile intervenire direttamente su nuove metodologie di produzione che portino alla realizzazione di prodotti maggiormente ecocompatibili e in grado di attrarre nicchie importanti di consumatori. In questo modo l’azienda sostenibile riesce a conquistare una posizione di primo piano in un mercato sempre più fluido e sempre più attento alle tematiche ambientali e sociali.
Migliorare reputazione e immagine
Dimostrarsi sostenibili (non nell’accezione di “farsi vedere” ma in quella di “confermare con fatti e prove”) ha impatti positivi su reputazione e immagine e risponde alle aspettative di un pubblico attento e consapevole. Il nostro impegno non può essere epidermico ma deve diventare parte della nostra identità aziendale: il greenwashing funziona sempre meno sul pubblico. Attenzione, però: i processi di comunicazione non possono essere sacrificati. Raccontare all’esterno progetti, politiche, risultati e obiettivi non fa solo bene all’impresa in un’ottica reputazionale ma permette di moltiplicare il valore delle esperienze e diffondere la cultura della sostenibilità. Chissà che con il nostro esempio non si possa ispirare qualche altra organizzazione a fare di più e meglio?
E, soprattutto, comunicare quanto stiamo facendo è un atto di trasparenza che nutre la fiducia nei nostri confronti e rafforza la relazione con i nostri stakeholder.
Non dimentichiamoci i fondi di investimento
Tra i vantaggi competitivi della sostenibilità, c’è anche la capacità di attirare l’interesse degli investitori. Dopotutto, anche la finanza è sempre più social e sempre più green (nonostante ci sia ancora qualche problemino di greenwashing nel settore). I criteri ESG hanno assunto un ruolo primario nelle valutazioni dei fondi di investimenti. E il trend sembra destinato a crescere. Infine, un ultimo aspetto che le imprese oggi non dovrebbero sottovalutare: avere migliori performance di sostenibilità permette di accedere a contributi e finanziamenti agevolati. E in un momento di grande incertezza come quello attuale non è cosa da poco!
Emilio Conti
Sostenibilità per cinici: i vantaggi competitivi per le imprese
Il mercato è già cambiato e cambierà ancora. Chi non si adeguerà per tempo rischia di rimanere tagliato fuori dalle opportunità di business.
Non è solo questione di buone intenzioni e di virtuosismo (anche). Adeguare il business ai principi di sostenibilità apre la porta a evidenti vantaggi competitivi e possibilità di crescita per le imprese. A patto che il percorso sia autentico e profondo. In caso contrario, l’opportunità rischia di trasformarsi in un boomerang reputazionale con conseguenze ben concrete.
Il contesto: il nuovo spirito del tempo è sostenibile
L’accresciuta consapevolezza dei consumatori, l’interesse del mondo della finanza e le sempre più stringenti politiche nazionali e sovranazionali in tema di reportistica e processi sostenibili stanno obbligando il mondo delle imprese ad adottare sistemi di riduzione degli impatti ambientali e di monitoraggio degli aspetti socio-territoriali che vanno ben oltre gli obblighi di legge. Siamo nell’epoca della sostenibilità. Chi ancora resiste a questa evoluzione, aggrappandosi a un concetto di business votato al solo profitto e ormai superato, chi pensa che ci sarà tempo per cambiare in futuro, senza capire che il futuro è già ora, chi crede di poter aggirare e raggirare, sfruttando l’onda della sostenibilità a soli fini di marketing, è destinato a rimanere ai margini di questo cambiamento. Un cambiamento che trasformerà anche il modo di produrre, consumare, fare business. Impresa avvisata mezza salvata.
Sostenibilità e vantaggi competitivi vanno a braccetto
Partiamo da due aspetti molto concreti. Il primo riguarda le possibilità di risparmio. Adottando pratiche più sostenibili si possono infatti minimizzare gli scarti di produzione, migliorare la logistica, ottimizzare ed efficientare alcuni aspetti della produzione (ad esempio gli aspetti energetici), e così via, con una riduzione significativa dei costi a fine anno.
Dall’altro lato è possibile intervenire direttamente su nuove metodologie di produzione che portino alla realizzazione di prodotti maggiormente ecocompatibili e in grado di attrarre nicchie importanti di consumatori. In questo modo l’azienda sostenibile riesce a conquistare una posizione di primo piano in un mercato sempre più fluido e sempre più attento alle tematiche ambientali e sociali.
Migliorare reputazione e immagine
Dimostrarsi sostenibili (non nell’accezione di “farsi vedere” ma in quella di “confermare con fatti e prove”) ha impatti positivi su reputazione e immagine e risponde alle aspettative di un pubblico attento e consapevole. Il nostro impegno non può essere epidermico ma deve diventare parte della nostra identità aziendale: il greenwashing funziona sempre meno sul pubblico. Attenzione, però: i processi di comunicazione non possono essere sacrificati. Raccontare all’esterno progetti, politiche, risultati e obiettivi non fa solo bene all’impresa in un’ottica reputazionale ma permette di moltiplicare il valore delle esperienze e diffondere la cultura della sostenibilità. Chissà che con il nostro esempio non si possa ispirare qualche altra organizzazione a fare di più e meglio?
E, soprattutto, comunicare quanto stiamo facendo è un atto di trasparenza che nutre la fiducia nei nostri confronti e rafforza la relazione con i nostri stakeholder.
Non dimentichiamoci i fondi di investimento
Tra i vantaggi competitivi della sostenibilità, c’è anche la capacità di attirare l’interesse degli investitori. Dopotutto, anche la finanza è sempre più social e sempre più green (nonostante ci sia ancora qualche problemino di greenwashing nel settore). I criteri ESG hanno assunto un ruolo primario nelle valutazioni dei fondi di investimenti. E il trend sembra destinato a crescere. Infine, un ultimo aspetto che le imprese oggi non dovrebbero sottovalutare: avere migliori performance di sostenibilità permette di accedere a contributi e finanziamenti agevolati. E in un momento di grande incertezza come quello attuale non è cosa da poco!
Emilio Conti
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