Il credito al centro della transizione: la finanza sostenibile parla sempre più ESG

31 Luglio 2025
ESG, banche si muovono in questa direzione

Il sistema bancario italiano accelera sull’integrazione della sostenibilità: non più solo gestione dei rischi, ma leva strategica per accompagnare la decarbonizzazione di imprese e territori. Le evidenze dell’ultima indagine di Banca Italia.

C’è un dato chiaro che emerge dall’ultima indagine della Banca d’Italia sul Credito Bancario (RBLS), pubblicata a giugno 2025: il sistema bancario italiano si sta attrezzando per giocare un ruolo attivo nella transizione ecologica. E lo sta facendo coinvolgendo anche le istituzioni più piccole e spostando il baricentro da una logica di mera compliance a una strategia integrata, orientata alla decarbonizzazione e alla crescita sostenibile del tessuto produttivo, in particolare delle PMI.

Un’evoluzione significativa, che segna un cambio di paradigma: non è più solo questione di gestire i rischi climatici, ma di guidare le imprese verso modelli di business resilienti, innovativi e compatibili con gli obiettivi climatici europei e nazionali.

Oltre la compliance: il credito come leva trasformativa

Secondo Bankitalia, il credito sta diventando uno snodo strategico per connettere le ambizioni ESG con l’economia reale. Le istituzioni finanziarie più evolute iniziano a:

  • integrare gli obiettivi di sostenibilità nelle strategie di portafoglio (non solo nei singoli prodotti),
  • strutturare strumenti che facilitino l’accesso al credito ESG per le PMI, anche attraverso sinergie con gruppi bancari più solidi,
  • promuovere una valutazione della sostenibilità aziendale come parte integrante dei piani industriali e delle scelte di investimento.

In questo scenario, si inserisce coerentemente anche l’approvazione – il 30 luglio – dello standard volontario VSME da parte della Commissione Europea: un framework unico e semplificato per la rendicontazione ESG delle PMI non obbligate alla CSRD (tipicamente quelle sopra i 250 dipendenti).
Il VSME fornisce uno strumento chiaro e standardizzato che può agevolare proprio le relazioni tra imprese e mondo bancario, migliorando la qualità e la comparabilità delle informazioni non finanziarie.

Un’opportunità per le PMI, non solo per i grandi gruppi

Nel quadro delineato dall’indagine RBIS, colpisce l’attenzione crescente anche verso il segmento più fragile ma strategico del sistema produttivo: le piccole e medie imprese.
Storicamente più lontane dai meccanismi della finanza sostenibile, le PMI possono oggi trovare nel credito “green” un alleato per innovare i propri modelli, migliorare la trasparenza, aumentare l’attrattività verso investitori e clienti.

Ma per cogliere appieno questa opportunità, serve una visione di lungo termine, supportata da competenze, governance e strumenti adatti. Il rischio, altrimenti, è che il “gap ESG” si allarghi ulteriormente.

Sviluppo sostenibile e ESG, questione anche di credito

La sostenibilità, ribadisce Bankitalia, non può più essere un adempimento isolato ma va integrata nella governance e nella strategia delle imprese. E se il mercato del credito comincia a premiare chi adotta piani di decarbonizzazione credibili e strutturati, allora la finanza non è solo un supporto: diventa volano di trasformazione.

In un contesto in cui molte imprese faticano ancora a intercettare strumenti e incentivi ESG, il ruolo attivo del sistema bancario si configura come elemento chiave per orientare investimenti e modelli di business verso un futuro più equo, resiliente e competitivo. E ora, con lo standard VSME appena approvato, anche le PMI hanno finalmente un linguaggio condiviso con cui dialogare a pieno titolo con il sistema finanziario.

Micol Burighel

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