Le recenti direttive europee sul reporting (CSRD) e sulla catena del valore (CS3D) rappresentano un punto di svolta. Sono come «un sasso lanciato nell’acqua, che crea onde concentriche sempre più ampie», spiega Giulia Devani, Responsabile Area Reporting di Amapola. Articolo uscito originariamente sul numero di ottobre di ESG Business Review,  disponibile qui. 
l mondo della sostenibilità è in costante evoluzione, e le recenti direttive europee sul reporting (CSRD) e sulla catena del valore (CS3D) rappresentano un punto di svolta significativo: come un sasso lanciato nell’acqua, creeranno onde e movimenti concentrici sempre più ampi, attraverso obblighi estesi, standard più rigorosi e dettagliati, nuove responsabilità.
La CSRD richiede alle aziende, tra le altre cose, di adottare un approccio di doppia materialità, in cui l’analisi degli impatti ambientali e sociali si combina con quella finanziaria. Questo significa che a partire dal 2024 le (prime) imprese non dovranno solo rendicontare gli effetti delle loro attività sugli stakeholder, ma anche come e quanto le questioni di sostenibilità influenzano la loro performance economica.
La CS3D, d’altro canto, espande l’impegno di sostenibilità ben oltre i confini aziendali, imponendo alle aziende di monitorare e gestire gli impatti lungo tutta la catena del valore. In poche parole, la strategia e le azioni di sostenibilità in azienda acquisiscono una nuova profondità, ancora in parte da esplorare nelle sfide e soprattutto nelle opportunità.
Il ruolo centrale degli stakeholder
Cosa ci dicono questi nuovi processi? Che l’ascolto, tanto all’interno delle aziende, quanto all’esterno, rivolto ai propri stakeholder, diventa un elemento cruciale. Per comprendere le esigenze specifiche delle organizzazioni e così costruire un cammino autentico e davvero rilevante. Per fornire un supporto adeguato nell’adozione delle nuove normative. Per sviluppare nelle imprese una maggiore sensibilità verso le aspettative e le preoccupazioni dei diversi interlocutori.
La consulenza di sostenibilità di fronte al reporting
L’impegno per chi si occupa di consulenza di sostenibilità è triplice: aggiornarsi in maniera costante sulle evoluzioni normative, ascoltare attentamente le esigenze delle aziende, guidarle passo dopo passo lungo il nuovo percorso di rendicontazione e non solo. In Amapola siamo convinti che solo così possiamo affrontare questo periodo di trasformazione offrendo un supporto efficace e dedicato nella transizione verso modelli di organizzazione aziendale sostenibili e competitivi.
Innovare nella comunicazione della sostenibilità
Un ultimo aspetto merita una riflessione a parte. Con il bilancio di sostenibilità integrato nella relazione sulla gestione del bilancio finanziario, le aziende devono trovare nuovi modi di comunicare efficacemente con i propri stakeholder per mantenere vivo l’interesse e la rilevanza del report di sostenibilità, ma soprattutto per non snaturare la sua natura di informativa di sostenibilità. Creare Smart Report – ossia portali web dedicati al reporting –, organizzare eventi di presentazione, realizzare bilanci territoriali dedicati alle comunità locali e sintesi digitali o animate sono solo alcune delle strategie che possono essere adottate per far vivere, spiegare e raccontare la sostenibilità.
Navigare nel complesso mondo del reporting ESG richiede strumenti adeguati e una rotta definita. Con una bussola ben tarata, aziende e consulenti possono affrontare insieme questo viaggio, facendosi guidare sempre dal dialogo con gli stakeholder, perché è solo attraverso questa dinamica che il report vive davvero e assolve alla sua ragione di essere.
Giulia Devani
				 
					
Il reporting alla prova del nove
Le recenti direttive europee sul reporting (CSRD) e sulla catena del valore (CS3D) rappresentano un punto di svolta. Sono come «un sasso lanciato nell’acqua, che crea onde concentriche sempre più ampie», spiega Giulia Devani, Responsabile Area Reporting di Amapola. Articolo uscito originariamente sul numero di ottobre di ESG Business Review, disponibile qui.
l mondo della sostenibilità è in costante evoluzione, e le recenti direttive europee sul reporting (CSRD) e sulla catena del valore (CS3D) rappresentano un punto di svolta significativo: come un sasso lanciato nell’acqua, creeranno onde e movimenti concentrici sempre più ampi, attraverso obblighi estesi, standard più rigorosi e dettagliati, nuove responsabilità.
La CSRD richiede alle aziende, tra le altre cose, di adottare un approccio di doppia materialità, in cui l’analisi degli impatti ambientali e sociali si combina con quella finanziaria. Questo significa che a partire dal 2024 le (prime) imprese non dovranno solo rendicontare gli effetti delle loro attività sugli stakeholder, ma anche come e quanto le questioni di sostenibilità influenzano la loro performance economica.
La CS3D, d’altro canto, espande l’impegno di sostenibilità ben oltre i confini aziendali, imponendo alle aziende di monitorare e gestire gli impatti lungo tutta la catena del valore. In poche parole, la strategia e le azioni di sostenibilità in azienda acquisiscono una nuova profondità, ancora in parte da esplorare nelle sfide e soprattutto nelle opportunità.
Il ruolo centrale degli stakeholder
Cosa ci dicono questi nuovi processi? Che l’ascolto, tanto all’interno delle aziende, quanto all’esterno, rivolto ai propri stakeholder, diventa un elemento cruciale. Per comprendere le esigenze specifiche delle organizzazioni e così costruire un cammino autentico e davvero rilevante. Per fornire un supporto adeguato nell’adozione delle nuove normative. Per sviluppare nelle imprese una maggiore sensibilità verso le aspettative e le preoccupazioni dei diversi interlocutori.
La consulenza di sostenibilità di fronte al reporting
L’impegno per chi si occupa di consulenza di sostenibilità è triplice: aggiornarsi in maniera costante sulle evoluzioni normative, ascoltare attentamente le esigenze delle aziende, guidarle passo dopo passo lungo il nuovo percorso di rendicontazione e non solo. In Amapola siamo convinti che solo così possiamo affrontare questo periodo di trasformazione offrendo un supporto efficace e dedicato nella transizione verso modelli di organizzazione aziendale sostenibili e competitivi.
Innovare nella comunicazione della sostenibilità
Un ultimo aspetto merita una riflessione a parte. Con il bilancio di sostenibilità integrato nella relazione sulla gestione del bilancio finanziario, le aziende devono trovare nuovi modi di comunicare efficacemente con i propri stakeholder per mantenere vivo l’interesse e la rilevanza del report di sostenibilità, ma soprattutto per non snaturare la sua natura di informativa di sostenibilità. Creare Smart Report – ossia portali web dedicati al reporting –, organizzare eventi di presentazione, realizzare bilanci territoriali dedicati alle comunità locali e sintesi digitali o animate sono solo alcune delle strategie che possono essere adottate per far vivere, spiegare e raccontare la sostenibilità.
Navigare nel complesso mondo del reporting ESG richiede strumenti adeguati e una rotta definita. Con una bussola ben tarata, aziende e consulenti possono affrontare insieme questo viaggio, facendosi guidare sempre dal dialogo con gli stakeholder, perché è solo attraverso questa dinamica che il report vive davvero e assolve alla sua ragione di essere.
Giulia Devani
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